sabato 2 giugno 2007

Convolvolo.


Che strano..passo periodi lunghissimi senza aver nulla da scrivere..
Quasi come fossi imprigionato in una sorta di gabbia rampicante che mi segue nei movimenti, che mi avviluppa le membra mentre mi muovo.

venerdì 18 maggio 2007

I marchi non registrati della società postmoderna

Le cazzate di ogni giorno
in una goliardica lista della spesa.


  • Gli inestetismi della cellulite
  • Il lactobacillus e i fermenti in bottiglietta, uno al giorno tutti i giorni.
  • L'ossigeno attivo
  • Gli ioni
  • Le particelle micropulenti
  • Lo xylitolo
  • I cristalli di gusto (questi però non si sentono da un po')
  • Le lame montate su molle
  • La confezione apri e chiudi
  • Il balsamo alla calendula
  • Il sapone di marsiglia
  • Il profumo di fresco pulito
  • Il profumo di primavera
  • I ragazzi del grande fratello

lunedì 7 maggio 2007

Apologia dell'Epilogo.


Tante volte ti succede per un frammento d'immagine che ti passa davanti al finestrino del treno.
Un dettaglio, e inizi a capire.
E' piacevole, quando succede così. E' come ricomporre le tessere di un puzzle. Pezzo dopo pezzo, capisci dove sta la verità. E' stimolante, qualche volta divertente.

Talvolta, quando più dura e fredda è la punta della lama, il dolore lancinante arriva in un momento, nel momento in cui la spada ti apre il fianco e ti trapassa.
Inizi a sanguinare. Cadi in ginocchio.
Guardi verso l'alto e ti chiedi come sia possibile.
Poi lo guardi negli occhi, il bastardo che ti ha appena inferto il colpo. Gli hai lasciato la guardia abbassata, consapevolmente. Da anni. Non immaginavi che potesse colpirti. Non così, non adesso. Non con l'arma che per anni aveva usato in tua difesa.
Gli chiedi se era proprio qui, l'appuntamento.
Aria di sufficienza. -Sì- Risponde. E gira la spada nella ferita già putrida. Giù, spinge sull'elsa.
Nella carne.

Dannati i giorni dell' ipocrisia, da quanto tempo volevi trafiggermi?
Da quanto tempo covavi nel grembo dell'anima il rancore che hai esploso con quel fendente?
Da quanti giorni, da quante notti, aspettavi il momento giusto per farlo?
La cancrena che mi hai aperto nel ventre si alimenta con il silenzio, con il quale fai strazio di questa mia ferita slabbrata dal filo di parole della tua lama affilata come un rasoio.
Il tuo fendente trascende il litigio in corso, trascende gli eventi del presente.
Certe ferite tardano a guarire. Anche con la giusta sutura.

Tornerò in piedi.
Non voglio colpirti a mia volta.
Neanche a manca, dove so che fa più male.
Iscariota.

venerdì 4 maggio 2007

Stridenza.

Ti amo anche se qualche volta, per un secondo, ci odiamo.
Quando un secondo dopo, smettiamo di odiarci,
ti amo ancora di più.

giovedì 3 maggio 2007

Fatiscenza.


Inizio a capire perchè qualcuno,
senza un bicchiere con un po' d'alcool da bere,
non riesce a divertirsi.

Continuo a non condividere,
ma inizio a capire.

Salute, alla vostra.


martedì 1 maggio 2007

Grida.



Sono tornato da poco, e non pensavo di mettermi a scrivere.
Non qui, quantomeno.

E' difficile amare le persone. Non parlo soltanto di amore per la propria metà, parlo d'un concetto allargato di amore, di quello che si prova per gli amici veri, per le persone che a loro volta ci vogliono bene, e, certo, anche per l'amore per la proprià metà. Soprattutto quando sei convinto che la tua metà lo sia davvero, e non sia solo un'illusione.
Amare richiede energia, forza d'animo, spirito di iniziativa e di adattamento alle circostanze.
E la cosa più difficile è restare aggrappati alle proprie convinzioni, ai propri principi. A quegli insegnamenti che ti porti dietro fin da bambino.

Su tante cose ho visioni diverse da quelle che hanno gli altri.
E sono presuntuoso. Pecco ogni secondo della mia vita di presunzione e di superbia.
Pretendo di avere ragione. Sono convinto di avere ragione. Non su tutto, ma soltanto su certe cose, su posizioni che ho preso anni fa e che non riesco ad abbandonare.
Pensare diverso dagli altri ti fa sentire bene, qualche volta. Ti fa sentire fuori dal gregge. Fuori dalla grande mente comune che porta il gregge a seguire il pastore. Ti fa sembrare di vedere meglio le cose, ti sembra di poterti arrampicare su una rupe e guardare quello che succede.
Ma pensare diverso, pensare controcorrente (e non intendo pensare controcorrente per partito preso, perchè ormai l'idea di andare controcorrente è talmente sfruttata da diventare un ennesimo motivo di appecoronamento)...
pensare controcorrente, dicevo, ti fa sentire solo.
Ti trovi da solo con le tue forze, e non c'è nulla di eroico in tutto questo. Ti senti sfigato, ti chiedi perchè nessuno la pensa come te. Qualche volta credi di essere pazzo, di aver visto un'altro film per tutta la vita.
E' dura dover litigare con le persone che amo non per colpe basate su fatti accaduti ma per diverse visioni e linee di principio. I fatti si accomodano, le colpe si dimenticano e si perdonano. I ricordi si piegano in 4 e si chiudono in un cassetto. Il modo di vedere le cose non si cambia da un giorno con l'altro, non si cambia parlandone. Si cambia vivendo, ed è più difficile di tante altre cose.

Voglio vedere le cose in modo diverso. Voglio vederle del tutto, voglio vederle per quello che sono. E ho capito che l'unico modo per farlo non è arrampicarmi ancora più in alto per vedere di più..ma buttarmici a capofitto, lasciarmi trasportare.
Con chi mi ama che mi tiene per mano.

domenica 29 aprile 2007

Secreto.

E' una domenica diversa da solito, in cui ho dormito fino a tardi.
Notte turbolenta, mattinata turbolenta, mi sono svegliato sottosopra con la coperta quasi interamente per terra. Penso abbia contribuito anche la sbobba cinese di ieri sera.
Mi alzo, guardo fuori dal buco. Una giornata stupenda, appena velata da un po' di foschia. Con questo caldo è inevitabile. Non piove da settimane. Mesi. Il freddo invernale è stato soltanto un treno in transito al binario 2.
Non mi importa, oggi. Gli alberi sono rigogliosi come non sono mai stati. Grandi, cariche chiome verdi che sovrastano tutto. Frusciano fragorosamente quando tira un po' di vento.
Voglia di uscire.
Guardo con noncuranza il cellulare, facendo finta con me stesso che non me ne freghi nulla di quello che ci troverò. Nulla. C'è il suo occhio che mi guarda dallo sfondo, come al solito. Boh. Non si sarà ancora svegliata.
Mi ha chiamato ale verso le 8, almeno mi pare, devo avergli bofonchiato che non andavo a giocare. Mi sono dimenticato di dirglielo. Non avevo voglia. E avevo un motivo per non andarci.
Mi dispiace solo di aver mentito a Lei, le ho detto che i giochi erano sospesi ma non che avrei avuto un'alternativa.
E' stato penosamente inutile, ma pazienza.
Andrò a lavare la macchina, me ne starò un po' lì tra la schiuma e il vapore a guardarla che torna lucida, come quando, quell'ormai lontano 30 ottobre, papà me la portò fuori da scuola e mi diede le chiavi. E' tua.
Ora posso farci quello che voglio.
Peccato non poter fare lo stesso con la vita.

Sulla fronte, gocce di sudore gelido, secreto.